Non si è esenti da conseguenze se si ha un cane che infastidisce i vicini, si può correre il rischio di essere coinvolti in una causa in Tribunale, ecco quando.
Avere un animale domestico è qualcosa di imprescindibile per molti, specialmente se si è abituati ad averne uno da anni e si è consapevole dell’affetto e della compagnia che può dare, anche in modo disinteressato. Ognuno può ovviamente gestirlo come meglio crede, ma sarebbe bene far sì che non crei fastidio ai vicini, cosa che invece potrebbe accadere se si ha un cane che abbaia continuamente, magari anche in modo inopportuno.
In genere, è bene precisarlo, raramente il nostro amico a quattro zampe emette latrati senza motivo, ma non si può pensare che tutti credano che questo sia normale, purtroppo ci sono persone a cui anche solo la loro presenza può risultare inopportuna. Il rischio di andare incontro a litigi anche seri in casi simili deve essere messo in conto, addirittura si può arrivare a gestire lo screzio con una causa in Tribunale.
Molti ritengono che i problemi causati dai nostri animali possano verificarsi solo se si vive in condominio, quindi se i vicini sono a stretta distanza e quindi nello stesso stabile. Non è detto però che questo sia così, purtroppo si devono mettere in conto disagi da gestire anche se si abita in una casa autonoma.
È possibile essere citati in causa se il proprio cane abbaia continuamente, non di certo solo di notte, ma anche di giorno, visto che non si può escludere che qualcuno possa avere comunque il bisogno di riposare. Le conseguenze a cui si può andare incontro possono essere però diverse a seconda dei casi.
Qualora la lamentela nasca da una persona si tratta di un illecito civile. A quel punto in caso di disagio ci si può rivolgere a un avvocato, che avrà il compito di prendere contatto il padrone del cane per spingerlo in maniera attiva a fare qualcosa per evitare che la situazione resti in questo modo o addirittura degeneri. La decisione su come muoversi sarà ovviamente presa da un giudice, che stabilirà quale sia la mossa migliore, cercando di tenere presenti gli interessi di ognuno, facendo anche in modo che Fido non soffra (alcuni cambiamenti possono essere difficili da gestire).
Il quadro può essere ben peggiore se a sentirsi intolleranti sono più persone, che possono quindi fare fronte comune cercando di tutelare i loro interessi. Qui si può riscontrare un reato penale, quello di disturbo alla quiete pubblica, che ha conseguenze ben precise. Si può provare a tentare una mediazione con il diretto interessato (il padrone del cane) con la speranza che possa fare qualcosa di tangibile per ridurre il malcontento, in caso contrario si può sporgere denuncia e costituirsi parte civile nel processo, con la possibilità di avere un risarcimento.
Esistono dei casi in cui il giudice può decidere per il sequestro dell’animale, specialmente se si dimostra che il cane si comporta in quel modo perché non viene gestito nel modo migliore o addirittura subisce abusi. Non si punta a fargli del male, ma a tutelare la quiete pubblica, pensando anche al benessere dell’amico a quattro zampe.
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