Novità Meta introdotta per aiutare chi si sente solo: adesso i chatbot scrivono per primi

Se ti senti solo sappi che Meta sa già come darti una mano con una novità per i suoi chatbot, che adesso saranno i primi a scriverti.

Con l’avanzamento della tecnologia, i social e la messaggistica istantanea contattarsi e avere interazioni dovrebbe essere facile. In realtà però proprio perché iperconnessi e distratti dai contenuti da guardare si finisce per smettere anche di scriversi messaggi. Ci si limita invece a reazioni alle foto o emoji, che possono apparire vuote e prive di sentimento a chi le riceve.

Ragazza sola al buio che guarda lo smartphone
Novità Meta introdotta per aiutare chi si sente solo: adesso i chatbot scrivono per primi. – (sicurezzaebusiness.it)

Così c’è chi passa ore a fissare lo schermo dello smartphone sperando che spunti un messaggio. Quando ci si sente isolati non è facile prendere l’iniziativa e anzi sembra di disturbare contattando gli altri mentre sono impegnati. Si tratta di una situazione più comune di quanto si pensi, che ha attirato anche l’attenzione degli sviluppatori dei chatbot di Meta.

Finora le interazioni con l’IA, sebbene molti affermino apparire sempre più realistiche, prevedono che sia l’utente a fare il primo passo. Di fatto però questa dinamica ha ben poco di naturale dato che fra persone ci si cerca in maniera reciproca per creare un rapporto. Da questa considerazione ha preso piede l’idea per un nuovo sistema di comunicazione con i chatbot.

Quale sarà l’atteggiamento dei chatbot d’ora in poi

Il progetto su cui Meta è al lavoro è gestito dalla piattaforma AI Studio e si chiama “Omni”. Si tratta dello stesso strumento che permette di creare personaggi virtuali che abbiano una personalità ben improntata. La finalità è far sì che sia il bot a contattare per primo l’utente, ma solo in determinate circostanze e rispettando delle condizioni che evitino una percezione negativa.

Robot bianco e blu con la scritta AI davanti a un PC
Quale sarà l’atteggiamento dei chatbot d’ora in poi. – (sicurezzaebusiness.it)

Per essere più chiari il chatbot non cercherà di mettere pressione alla persona con domande scomode né la tempesterà di richieste. Si limiterà invece a mandare un solo messaggio entro un periodo di due settimane dall’ultima interazione avuta con l’utente. Il testo della comunicazione rispetterà la personalità dell’AI richiesta da quest’ultimo e manterrà un tono amichevole.

Per spedire questo messaggio inaspettato inoltre occorre che fra l’utente e l’AI della piattaforma sia avvenuto uno scambio di almeno cinque messaggi. In questo modo il bot darà un senso di compagnia a chi ha interagito con lui senza apparire troppo invadente. Una piccola consolazione che può aiutare chi ha bisogno di sentirsi pensato da qualcuno.

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