Il morbo di Alzheimer si potrĂ anticipare e scoprire con un banale prelievo del sangue, questo dice una ricerca svolta che potrebbe curare la malattia.
Si potrebbe infatti anticipare, con le cure, l’evolversi di una patologia davvero molto pericolosa e in grado di cancellare la persona. Prima di approfondire andiamo a scoprire di cosa si tratta per chi non la conoscesse.
Si tratta di una malattia neurodegenerativa progressiva che va a colpire il cervello. Causa di fatto un lento e inesorabile declino delle funzioni cognitive come la memoria, ma anche il pensiero e il linguaggio. Così il paziente perde la possibilità di sapere come svolgere anche le più comuni attività quotidiane.
I sintomi peggiorano nel corso del tempo e non esiste una cura definitiva, se non dei trattamenti che possano rallentare l’esplosione dei sintomi. Il motivo è legato all’accumulo nel cervello di placche di beta-amiloide e grovigli della proteina tau. Tutto è legato all’invecchiamento anche se non mancano casi abbastanza precoci.
Una malattia che distrugge i ricordi, annulla le persone e le fa regredire quasi a uno stato infantile. Un dolore forte anche per chi vive a fianco dei pazienti, tanto da non essere più riconosciuti a un certo punto. Ma ora c’è una sorpresa che può sconvolgerci davvero.
La FDA ha sottolineato come un test possa rilevare nel sangue due proteine identificative dell’Alzheimer e cioè la beta-amiloide e la tau. Si tratta del primo vero e proprio esame che permetterà in via commerciale di capire prima la malattia e dunque curarla con i farmaci giusti.
Il test si chiama Lumipulse G pTau217/ß-Amyloid 1-42 Plasma Ratio ed è prodotto dalla Fujirebio diagnostic una multinazionale di biotecnologie con sede in Giappone. Questo è qualcosa che non c’era e che si cercava da tempo per trovare una soluzione per chi iniziava a sviluppare la malattia senza saperlo.
Si aprono degli scenari molto interessanti che aprono la possibilità di vedere dei colpi di scena non indifferenti verso il futuro. Una volta scoperto all’origine l’Alzheimer potrebbe essere controllato farmacologicamente molto meglio rinviando gli effetti della patologia.
Non si tratta sicuramente di una una definitiva che annulla il problema, ma di certo di un qualcosa che può dare una qualità di vita migliore a chi si troverà a dover affrontare questo problema. Ne seguiranno ulteriori evoluzioni che potrebbero specificarci ulteriormente quello di cui ha bisogno la scienza per combattere questo male.
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